L’impellenza di legittimare la validità degli insetti come sostituto alimentare ha sviluppato però una moda
pericolosa per la nostra salute
È ormai passato un anno dal via libera del ministero dell’Agricoltura all’uso della farina di insetti nei prodotti
alimentari. Nonostante siano state introdotte norme e limitazioni, emergono preoccupazioni significative
riguardo ai rischi per la salute umana. Tali rischi erano già stati evidenziati, ma sono stati sottovalutati. Già nel
2015, la comunità scientifica dell’European Food Safety Authority (EFSA) aveva messo in guardia sui pericoli
connessi alla produzione e al consumo di insetti.
Un elemento centrale di questa problematica è legato al concetto di sicurezza alimentare. Il professor Pier
Luigi Rossi, medico specializzato in Scienza dell’alimentazione e medicina preventiva, ha spiegato il
fraintendimento attorno al termine “sicuro”. Per il dottore “Un alimento può essere sicuro, in termini di
sicurezza alimentare, perché non possiede inquinanti chimici, fisici, microbiologici ma non essere sicuro come
sicurezza nutrizionale perché contiene nutrienti non adatti al corpo umano. Le farine di insetti sono un alimento
che non ha la sicurezza nutrizionale perché può generare disturbi funzionali nell’intestino, generare allergie
alimentari, attivare un alterato microbiota intestinale.”
Diventa quindi essenziale proteggersi e distinguere le mode alimentari dalle abitudini salutari. Le
problematiche legate all’assunzione di farine di insetti non sono da sottovalutare: i disturbi intestinali e le
allergie alimentari sono in aumento, e più di 200 persone in Europa hanno già subito shock anafilattici a seguito
del consumo di tali prodotti. Questi dati mettono in evidenza l’urgenza di adottare misure preventive per
tutelare la salute pubblica.
Oltre ai rischi per la salute, l’uso delle farine di insetti solleva anche dubbi in merito alla sostenibilità ecologica.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il ciclo produttivo degli insetti per uso alimentare è altamente
inquinante e comporta molteplici passaggi. Gli insetti devono essere allevati, nutriti e successivamente
trasformati in farina. Questo processo implica un doppio consumo di risorse per produrre un alimento destinato
al consumo una sola volta. Si tratta di un principio inefficiente, che rischia di aumentare l’inquinamento e lo
spreco di risorse, contraddicendo le affermazioni del World Economic Forum in merito alla sostenibilità di
questi prodotti.
Alla luce di quanto emerso, è chiaro che l’adozione delle farine di insetti nei prodotti alimentari richiede una
riflessione molto più profonda. Non possiamo permetterci di sacrificare la salute umana e la sostenibilità
ambientale sull’altare di mode alimentari non supportate da solide basi scientifiche. Ogni innovazione deve
essere valutata con rigore, distinguendo ciò che è realmente vantaggioso da ciò che è solo apparente progresso.
Le farine di insetti, al momento, sembrano più un compromesso insostenibile che una soluzione al futuro
dell’alimentazione. Proteggere la nostra salute, rispettare l’ecosistema e promuovere abitudini alimentari
consapevoli devono rimanere priorità assolute. Solo così potremo costruire un futuro in cui innovazione e
benessere camminino davvero di pari passo.