Un’associazione di scienziate chiede alla Fondazione Nobel di riparare a un torto storico riconoscendo all’ottantaduenne Jocelyn Bell il Premio Nobel per la fisica
Alle porte della Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, l’organizzazione Women in Technology & Science Ireland (WITS) lancia una petizione per il riconoscimento del Premio Nobel a Jocelyn Bell.
Oggi Jocelyn Bell è conosciuta come una delle astrofisiche più importanti al mondo, ma quando nasce, il 15 luglio del 1943, a pochi chilometri da Belfast, in Irlanda del Nord, è una bambina destinata a corsi di cucina e punto croce. Nel 1965, invece, si laurea in fisica all’Università di Glasgow, dove è l’unica donna del suo corso, e decide di proseguire gli studi con un dottorato all’Università di Cambridge. La sua ricerca si concentra sullo studio delle onde radio provenienti dallo spazio. Un giorno, mentre analizza i dati registrati dal radiotelescopio a cui sta lavorando, nota qualcosa di estremamente strano: un segnale radio che si ripete con una regolarità impressionante, un “ticchettio” che sembra provenire dallo spazio. Bell ha appena trovato il bandolo della matassa che la condurrà a scoprire uno dei pilastri dell’astrofisica moderna: le pulsar. Dedica la sua tesi di dottorato a descriverle e nel 1968, un anno prima di concludere il dottorato, pubblica su Nature uno studio firmato insieme al suo relatore, Antony Hewish.
Nei sei anni successivi l’importanza delle pulsar arriva a valere un Nobel per la fisica. A riceverlo però, nel 1974, è solo Hewish, che ha contribuito alla progettazione del radiotelescopio ed è stato supervisor di Bell. Lei, che le pulsar le ha scoperte e descritte, non viene presa in considerazione. “Un’omissione”, si legge nel testo della petizione, “che rimane una significativa ingiustizia nella storia del Nobel”. In un recente documentario realizzato dal New York Times (She Changed Astronomy Forever, He Won the Nobel Prize For It), Bell stessa dichiara che l’essere studentessa e donna possa aver influito sulla decisione di non attribuirle il premio.
Negli anni, la comunità scientifica si è prodigata nel correre ai ripari riconoscendo in maniera cospicua il contributo di Jocelyn Bell alla fisica: nel 2018 le è stato conferito lo Special Breakthrough Prize in Fundamental Physics, un premio in denaro di 3 milioni di dollari che Bell ha deciso di destinare alla creazione di un fondo per aiutare donne, persone appartenenti a minoranze e studenti rifugiati a diventare ricercatori in fisica. Più recentemente, nel 2021, è stata la seconda donna a ricevere la prestigiosissima Copley Medal della Royal Society – la prima andò a Dorothy Hodgkin, vincitrice di un Nobel per la chimica.
Eppure, nonostante sia ancora in vita, a Jocelyn Bell il premio Nobel non è mai stato correttamente riconosciuto. In una sorte di riparazione collettiva la petizione – che non a caso si intitola Righting a Wrong, riparare a un torto – sostiene l’assegnazione del Nobel anche come “testamento dell’immenso contributo che le donne hanno dato alla scienza, il cui lavoro spesso non stato è stato riconosciuto dalla più ampia comunità scientifica”.