Uno studio pubblicato nel febbraio 2024 sulla rivista Environmental Biology of Fishes, intitolato Expanded vertical niche for two species of pelagic sharks: depth range extension for the dusky shark Carcharhinus obscurus and novel twilight zone occurrence by the silky shark Carcharhinus falciformi, ha fatto luce sul comportamento di due specie di squali pelagici. Questo lavoro ha rivelato nuovi dati sulla loro capacità di collegare gli habitat superficiali e profondi attraverso immersioni significative, sottolineando il loro ruolo cruciale nella connettività degli ecosistemi marini.

Studiare il comportamento degli squali pelagici è notoriamente difficile. La loro natura migratoria e l’estensione degli oceani rendono complesso individuarli, mentre il sovrasfruttamento della pesca ha portato alla rarefazione di molte specie in alcune aree. Tuttavia, le Bahamas offrono un modello unico per questo tipo di ricerca, grazie alla facilità di accesso ai loro bacini profondi, che rappresentano un laboratorio naturale per esplorare il comportamento di queste specie.

Utilizzando lander subacquei progettati su misura, i ricercatori hanno raccolto dati innovativi sulle profondità raggiunte da due specie di squali pelagici. Il Carcharhinus obscurus è stato osservato a una profondità di 767 metri, mentre il Carcharhinus falciformis è stato registrato a 470 metri. Questi risultati confermano e ampliano le conoscenze precedenti sui loro habitat, suggerendo che il comportamento di immersione profonda potrebbe essere più comune di quanto si pensasse in passato.

L’oceano profondo è l’ecosistema più vasto del pianeta e, nonostante la sua difficile accessibilità, fornisce servizi ecosistemici cruciali, come evidenziato da Howell et al. (2020) e Bianchi et al. (2021). In particolare, la zona mesopelagica, nota anche come la “zona del

crepuscolo” (tra 200 e 1000 metri di profondità), ospita la più grande biomassa di pesci dell’oceano (Irigoien et al. 2014).

Queste nuove scoperte sollevano interrogativi significativi sul ruolo che gli squali pelagici, in quanto predatori mobili, svolgono nella connessione tra le acque superficiali e quelle profonde. Il loro comportamento di immersione potrebbe infatti contribuire al trasporto di nutrienti tra gli strati dell’oceano, influenzando le reti trofiche e la dinamica degli ecosistemi marini. Questo studio rappresenta uno sviluppo fondamentale nella comprensione del ruolo degli squali pelagici negli ecosistemi oceanici. La scoperta di una maggiore frequenza di immersioni profonde evidenzia l’importanza di continuare a esplorare gli habitat oceanici meno conosciuti. Proteggere queste specie, già minacciate dal sovrasfruttamento, e approfondire la ricerca sul loro comportamento sono priorità cruciali per garantire la salute e la sostenibilità degli ecosistemi marini.

Questo lavoro non solo amplia le nostre conoscenze sugli squali, ma sottolinea anche l’importanza della conservazione e della ricerca per comprendere e proteggere le connessioni tra gli habitat oceanici superficiali e profondi.